Pubblicato su politicadomani Num 90 - Aprile 2009

"De vulgari cazzimma", esilarante saggio di Pino Imperatore
Teoria e pratica della "cazzimma"

di Enzo Langellotti

Cattiveria. Furbizia. Determinazione. Ma anche cinismo, amoralità, perfidia. Sono questi alcuni dei significati racchiusi nella parola "cazzimma", vocabolo che trova origine e uso a Napoli ma che, nella sua essenza, conosce un'applicazione pressoché universale. Un libro, appena pubblicato dalla Cento Autori, ne ricostruisce per la prima volta la storia

Che sia chiaro: "cazzimma" non è una parolaccia! Né tanto meno ha una qualche pur vaga accezione volgare. Certo, la sua etimologia rimanda innegabilmente al termine che nel linguaggio corrente indica l'organo sessuale maschile (con l'aggiunta del suffisso -imma), ma il suo reale significato afferisce piuttosto a una disposizione d'animo, connaturata in alcuni individui, volta al perseguimento del proprio vantaggio personale in beffa o ai danni di altre persone.
A questo colorito vocabolo, molto adoperato in Campania in contesti colloquiali, è dedicato ora anche un libro, "De vulgari cazzimma. I mille volti della bastardaggine", scritto dall'umorista Pino Imperatore e pubblicato a dicembre del 2008 dalla casa editrice Cento Autori.
Come spiega l'autore, si tratta di una parola relativamente giovane, documentata a Napoli e dintorni a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso, e poi diffusasi rapidamente in ogni ambiente sociale, approdando anche in opere di carattere artistico e letterario. In questo modo ha varcato i confini regionali, trovando una ragion d'essere anche nel fatto stesso che in italiano non esisteva, e non esiste, un suo sinonimo esatto e univoco.
Il termine "cazzimma", infatti, racchiude in sé vari significati - da astuzia a malizia, da prepotenza a scaltrezza, da egoismo a perfidia -, accezioni solo in parte riscontrabili nel lemma "bastardaggine", che in ogni caso è il vocabolo che più gli si avvicina.
Fin qui la teoria. Ma il saggio, che si dimostra serio e documentato, è tutt'altro che serioso. Anzi, proprio nella descrizione dei "mille volti della bastardaggine" (che, non a caso, è il sottotitolo del volume), cioè degli infiniti esempi derivati dalla messa in pratica della "cazzimma", il libro di Pino Imperatore si rivela gustosissimo e spassoso.
Dalle pagine di quest'opera trabocca una ponderosa e divertente casistica di episodi, divisi per ambiti e argomenti, in cui si manifesta in tutte le sue sfumature la "cazzimma": nei rapporti sociali (soprattutto in famiglia, sul luogo di lavoro e col vicinato), nella politica, nello sport, nelle barzellette, nella letteratura, nel teatro, nel cinema, in amore, nei cartoni animati e così via. Un elenco irresistibile di autentiche "cazzimmate", dove i protagonisti assoluti sono loro, i "cazzimmosi", eroi sui generis, che sogghignano in disparte, dietro le quinte della Grande Storia, contenti delle proprie malefatte.
C'è il Primo Ministro britannico Winston Churchill, per esempio, che durante la Seconda Guerra Mondiale, segretamente nominò consulente strategico l'illusionista Jasper Maskelyne, grazie al quale, "con mimetizzazioni e giochi di luce, fece impazzire i Tedeschi sui campi di battaglia del Nord Africa".
In tutt'altro contesto, c'è invece il calciatore argentino Diego Armando Maradona, che nel 1986, nello stadio Azteca di Città del Messico, durante la partita Argentina-Inghilterra valevole per i Mondiali, segnò senza farsene accorgere un goal con la mano (detta poi "la mano de Dios"), esultando e festeggiando come niente fosse e senza ritegno.
Poi ci sono anche i personaggi di fantasia, come quel tale Ser Cepparello da Prato, protagonista della prima storia raccontata da Giovanni Boccaccio nel "Decameron" (1351), assassino, bestemmiatore e baro, che persino in punto di morte riuscì, attraverso una falsa confessione, ad approfittare dell'ingenuità altrui, per farsi credere santo e ottenere la devozione dei fedeli col nome di San Ciappelletto.
Questi sono solo alcuni degli esempi raccolti da Pino Imperatore, ma tanti sono i personaggi e tante le storie e gli aneddoti raccontati in "De vulgari cazzimma", che risulta impossibile anche solo farne cenno.
La "cazzimma" è sempre esistita ed è sempre stata un'arma molto pericolosa. Per fortuna, l'Autore nell'ultimo capitolo spiega anche come difendersi da essa.
Peccato che io non voglia dirvelo…

 

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